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Visualizzazione dei post da marzo, 2021

Un, due, tre Stella!

 Un, due, tre Stella! Ti giri alla velocità della luce per riuscire a beccare il più piccolo ed insignificante dei movimenti per far tornare indietro il tuo migliore amico e tornare quindi a contare. Lo scruti, gli giri intorno, lo guardi con occhi fissi, ma lui non si muove, impavido resiste, perché quello che vuole è arrivare a toccare quel muro e liberarsi. Ora ci sei tu dall'altra parte, siete cresciuti, non siete più quei 2 bambini, nel mezzo vi siete allontani, riavvicinati, allontanati, riavvicinati, ma la cosa più triste è che avete perso l'entusiasmo, di quel un, due, tre Stella! è rimasto un ricordo sbiadito, di un tempo lontano.  Ti scruta, ti gira intorno, ti guarda con occhi fissi, ma tu non ti muovi, resisti, perché in fondo vuoi solo arrivare a fine giornata senza che ti chieda nulla. Il problema è che anche se non siete più quei bambini, lui ti conosce meglio di chiunque altro e sa cosa serve per smontarti, è che non sa più cosa serve per ri-montarti, è questo f

Ho bisogno di quello che ho perso.

 "Raccontò che c'erano due strade, per tornare a casa, ma solo in una si sentiva il profumo di more, sempre, anche d'inverno. Disse che era la più lunga. E che suo padre prendeva sempre quella, anche quando era stanco, anche quand'era vinto. Spiegò che nessuno deve credere di essere solo, perché in ciascuno vive il sangue di coloro che lo hanno generato ed è una cosa che va indietro fino alla notte dei tempi". Ho bisogno di quello che ho perso, ma il fatto è che le cose hanno un inizio e una fine e in mezzo una miriade di ricordi, immagini, sogni, progetti che ci completano, ma di questa storia c'è un inizio e una fine e nel mezzo ricordi ormai sbiaditi. E la fine ha avuto più impatto dell'inizio. E poi l'assenza. E poi tutto è cambiato. Nessun noi, nessun progetto, condivisione, crescita e forse è proprio lì che sono rimasta. Ho bisogno di quello che ho perso. Ci sono certe cose che non vogliamo dimenticare. Tra queste una persona cara, il ricordo di

Il barattolo della pazienza.

Le persone si aspettano che alla loro domanda: "come stai?" tu risponda: "Bene" o comunque tu dia una risposta che non implichi un dover chiedere altro. E' una domanda impegnativa quella del come stai, ma è un convenevole, sono le risposte quelle che dovrebbero non esserlo e invece ho imparato che anche la risposta lo deve essere, è opportuno rispondere "Bene" accompagnato da un sorriso, che ora non si vede, ma che comunque continuiamo a fare. Le risposte che diamo alle domande parlano di noi, del nostro stato d'animo e le emozioni hanno un peso, sono fastidiose a volte perché significano che spesso abbiamo bisogno d'aiuto o semplicemente di essere ascoltati. A volte ascoltare è sufficiente. Perché chiediamo ad una persona come sta se poi speriamo che la risposta sia sempre quella, perché non ci limitiamo a salutare o a dire che bel cielo oggi e tiriamo diritto. Facciamo scelte sbagliate pure nel dare le risposte. Eppure chiedere ad una persona

COOL

Ognuno di noi ha sicuramente dei riti che fa sin da quando è bambino, qualcosa che hai iniziato a fare e che anche adesso, da adulto continui, come se a farlo fosse sempre quel lato restato piccolo, di noi. Uno di questi ( ne ho parecchi!) è di controllare se ci sono monetine nel parcometro, non importa quanti ce ne siano sul mio tragitto, se ne incontro uno, io controllo, una spintarella col dito e un'occhiata veloce e credetemi se vi dico che qualcosa trovo quasi sempre.  Ieri ho fatto questo gesto mentre ero con mia figlia che si è girata a guardarmi perplessa, ma per me era talmente usuale che non mi sono sentita in dovere di darle spiegazioni.. "E' un mio rito e abbiamo tirato dritto". Questo andare alla ricerca di soldi è qualcosa che l'ha incuriosita, ma solo perché l'altro giorno ho trovato 4 euro per strada e sembravo la felicità in persona. Ultimamente mi rendo conto che si gioisce per cose che prima non avresti neanche notato.  La notizia bella è tr

Sentiti, non capiti

 Ne hai chiuse di porte, ma hai aperto portoni son piene le case dei 40 ladroni. Rubano cuori che sciocchi signori, non hanno capito che quello che devono rubare non è un cuore ma il saper amare. Puoi avere tutti i cuori che vuoi e poi? se non li sai usare non ti puoi poi scusare. Passi il tempo a pensare, alcuni dicono ne hai di tempo da buttare,  ma non hanno capito che il pensiero fa volare in alto anche il giorno più nero. Abbiamo occhi spenti, li hanno spenti le menti. Vorremmo urlare ai presenti, anzi agli assenti  che le emozioni e gli stati d'animo non vanno spiegati e neanche capiti,  ma confortati. Urleremmo ai presenti e agli assenti se solo fossimo sicuri di essere sentiti, non capiti.