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Visualizzazione dei post da aprile, 2019

Il punto di rottura

Non ho mai capito quando sia avvenuto il momento di rottura. Si può capire? O forse ti svegli un giorno e te lo senti? Capita che accadano cose e solo negli anni tu ti rendi effettivamente conto che è stato proprio quel qualcosa a condizionarti in tutto e per tutto. Un piccolo evento al quale non avevi dato importanza, ma che ritorna, continua ad essere presente. Lo chiamano il punto di rottura e dicono che se riesci ad individuarlo e a ripartire da lì tutto comincerà a prendere la giusta piega e quel vuoto, quel senso di spaesatezza che hai dentro sparirà. Non credo basti crederci, bisogna cercarlo dentro di noi. Le cose bisogna sentirle, provarle, capirle, accettarle e soprattutto trovarle per poter andare avanti. Non si crede per sentito dire, ma per il vissuto. Dicono che durante la giornata dovremmo prenderci un momento per fare 3 respiri lunghi e profondi. Abbiamo smesso di respirare. Ci dimentichiamo di farlo, presi da chissà cosa. Eppure respirare è alla base di qualsiasi c

Può capitare.

Può capitare che i ruoli debbano invertirsi per bisogno, per necessità virtù. Può capitare, anche se credi di non esserne all'altezza in quel momento, che il ruolo in cui ti sei dovuto calare ti calzi a pennello. Può capitare che una mattina qualsiasi di un giorno qualsiasi tu ti sia alzato ignaro di ciò che stava per accadere. Può capitare ed è capitato. Quello che dobbiamo capire è che anche se crediamo di aver un determinato ruolo, non è così, ci si adatta alla situazione, ci si prende cura delle persone a cui vogliamo bene, questo è uno dei nostri compiti. Può capitare che alcune cose si ripetano, e per chi ha già vissuto un trauma, si soffre per delle cose comuni, un odore, una canzone, un luogo che ci riporta di nuovo a quel momento e d'un tratto ti sembra di rivivere tutto, una sfida diversa certo, ma pur sempre una sfida, che a volte non abbiamo voglia di affrontare. Può capitare. Io credo che se non avessi avuto come esempio una donna intelligente, forte e corag

Di passaggio

Non so come ti chiami perché sono troppo stanca per avvicinarmi e leggere il tuo nome stampato sul cartellino. Non so che ruolo hai, perché sotto il camice sei vestito come uno qualsiasi. Non so nulla di te, ma so che in certe situazioni le parole vanno dette in un certo modo. So che il tuo lavoro è un altro probabilmente, ma non hai a che fare con dei robot, lavori con e per le persone. Qui il tempo sembra non scorrere mai, le lancette sembrano muoversi lente, la luce brillante, quasi ci infastidisce gli occhi. Senti i carrelli che vanno e vengono, passi felpati, passi veloci, passi... Aspetti. Sembra non arrivare mai il momento della chiamata. Alzi lo sguardo e tutto intorno a te sembra fluttuare in un tempo che non è il tuo. Arrivano delle persone, parlano, gesticolano, dicono parole che non comprendi o forse semplicemente non ascolti. Ad un certo punto ti rendi conto che a volte alcuni ruoli si invertono ed è lì che capisci che non sei più quella bambina. Non so chi tu si

Ragione

Il dolore accomuna tutti, anche la felicità, ma è più facile stare vicini nel dolore che nella felicità. Quando stai affrontando un momento difficile e vicino a te ci sono altre persone che per altri motivi stanno vivendo una situazione simile capita che per scaricare la tensione si condivida un momento, un piccolo pezzo di strada. La tua storia diventa la storia degli altri e quella degli altri diventa la tua. Un intreccio di racconti, mescolati, diversi, che si uniscono lasciando scorrere parole, emozioni, che altrimenti rimarrebbero chiuse, intrappolate. Non importa cosa ci si dica, importa dirlo, sentirsi vicini. Ognuno andrà per la sua strada, vivrà i suoi momenti, ma per un attimo di secondo avremo condiviso un momento difficile e l'avremo lasciato andare. Forse tutto sta li, nel riuscire a lasciare andare le cose, che non è indifferenza ma cercare di guardare la situazione dalla giusta angolazione. Non fa per me...Non perché non lo reputo giusto, ma perché non ci riesco