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Visualizzazione dei post da maggio, 2020

Un buon non compleanno.

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E' da quando sono nata che è così. Le feste di compleanno si festeggiano, in famiglia e con gli amici, quelli che hai sempre ritenuto più vicini. In verità, quando andavo a scuola, almeno fino alle elementari perché poi non ho molti ricordi, invitavo qualche amichetta, solo femmine. La casa era quella che era e non c'era posto per i maschiacci, gradassi antipatici con cui spesso e volentieri giocavo a rincorrerli all'intervallo. Torta millefoglie panna e cioccolato, scritta Buon compleanno Martine e la famigerata candelina rosa col numero, con la famiglia. Torta cameo allo yogurt con gli amici. Ho sempre detestato quelle candeline a numero, tristi e sole, io sono da tante candeline, quanti sono gli anni, che diamine! Compievo gli anni 2 volte, mi aspettavano 2 soffi di candeline, se non 3/4, perché non si era scattata la foto al momento giusto, che poi lo si scopriva solo dopo, una volta sviluppate le foto. Dicevano esprimi un desiderio mentre soffi, bé credo di non ave

Capirsi

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Credevo che il tempo trascorso in “quarantena” mi fosse servito per mettere ordine nel mio caos interiore e invece mi ritrovo esattamente nello stesso punto in cui mi ero fermata. Credevo che questi mesi vissuti in isolamento, lontana dagli affetti, mi avrebbero resa più forte nel momento in cui si sarebbero accorciate le distanze. Credevo, perché in verità non è andata proprio così. Le persone che abitano il tuo cuore non possono smettere di abitarlo solo perché non le si vede per un po'. Le persone che abitano il tuo cuore non sono lì per caso, se ci sono, sono lì per un motivo preciso, perché tu le hai volute. Le persone abitano il tuo cuore perché hai permesso loro di entrare e solo tu potrai farle uscire, quando sarai pronta, quando quel passo andrà fatto. La mia vita è esattamente uguale a 3 mesi fa, non è cambiato nulla, non sono cambiata io, così come non sono cambiati gli altri e non è vero che la pandemia mi ha fatto capire quanto fosse sbagliato il modo in cui

Fase due di due

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Ho smesso di scrivere per non essere fraintesa, perché nelle parole scritte uno da una tonalità che spesso non si addice. Ho smesso di parlare, per paura di non essere capita, perché a volte prevale la stanchezza e l'intenderci non è più a mia difesa. Sono le parole spesso a fregarci, quelle che a volte tendono a salvarti altre volte ti sono nemiche, pensavi di averle ponderate, raggruppate, trovate, quelle giuste, ma poi basta una domanda, una risposta inattesa e ci troviamo a metà, tra il detto e il non detto, lontani dal volersi comprendere. Ho smesso di scrivere e parlare, mi sono negata le uniche due cose che mi avrebbero permesso di dare spazio alla libertà di essere, ma il vero problema sta proprio qua, non sentirsi libera di essere ciò che si è, con le paure, le vulnerabilità, l'essere fatta così, di momenti su e giù. Non dovremmo mai toglierci la libertà di sentirci esseri umani e pertanto fatti di momenti di fragilità. Una persona non si può nascondere dietro masch