All'anno passato.

 Ci siamo quasi....mancano poco meno di 24h alla fine di questo 2020. Riassumere quest'anno sarebbe un pò come rivivere la storia infinita e certi momenti meglio lasciarli indietro. Passiamo direttamente ai brindisi, quelli col calice alzato, quelli che ti hanno sempre imbarazzata perché poi alla fine si dicono sempre cose sciocche, banali, intuitive. 

All'anno passato, un anno strano, fatto soprattutto di distanziamenti, di lunghe videochiamate con lo sfondo color senape. Agli abbracci mancati, ai sorrisi nascosti, agli occhi che parlano, allo stare a casa. Ai pensieri sparsi e non ancora ricollocati, alla paura di sentirsi soli, alla solitudine.

Alle persone lontane, a quelle sempre vicine, ai non detti, ai non fatti, a chi si è fatto amare, a chi ci ha provato e non c è riuscito.

Alle incertezze che ti tengono sveglio la notte, alle serie tv di netflix che come le incertezze ti tengono sveglio, ma prima o poi almeno quelle finiscono.

Alla tristezza, alla rabbia, al senso di apnea.

Alla gioia, alla tranquillità, al silenzio intermittente.

Alle cose irrisolte, ai sogni nel cassetto, alla speranza prima di tutto.

Alle parole, alle cose, alle persone.

All'imperfezione, all'ego, all'amor proprio, al non devi essere brava, devi essere vera.

All'essere cosa minima, ma indispensabile per qualcuno.

All'amicizia, all'amore, a quello che c'è e non sai spiegare perché a spiegarlo hai paura di rovinarlo.

A chi ha la testa tra le nuvole, a chi crede che una via d'uscita ci sia sempre.

A chi ti prende ancora per mano e con te cammina, perché nessuno ha detto che sarà facile il cammino, ma insieme sarà sicuramente più sereno.

A chi resta. A chi ha saputo aspettare. A chi ti ha data una possibilità, a chi invece non ce l'ha. Alle seconde scelte, che non scaldano abbastanza i cuori.

Ai gesti, a ciò che non siamo disposti a perdere.

Ai ricordi, quelli inventati per sentirsi amati e a quelli reali.

Alle dannate aspettative che poi non è mai come l'avevi immaginato.

Alla consapevolezza, all'accettazione, al sentirsi a casa, dove casa non è un luogo, ma sono le persone che ci abitano.

A te che leggi e sai di aver un luogo speciale nel mio cuore.

Al tempo che passa, al tempo che serve per capire quanto sia importante tenersi stretti chi lo merita.

Al male che ci facciamo nel voler entrare a tutti i costi in qualcosa che non è della nostra stessa misura. Al dolore, agli addii... al cuore che guarisce quando capisce. 

A chi sa osare. A chi ha fede. A chi crede. A chi fa caso alle cose.

Alle emozioni, quelle che danno fastidio, che richiedono attenzioni.

Al tanto così... e non è mai basta.

A voi. Alla me di ieri che spero abbia imparato qualcosa in questo lungo anno di ostacoli. Alla me di domani, perché possa essere in grado di trarre qualcosa dagli insegnamenti di oggi.

In un anno in cui la parola negativo è diventata la parola più positiva del nostro vocabolario, non mi dispendiero in buoni propositi, che non seguo mai, semplicemente cercherò di accogliere quello che verrà e se sarò in grado di  affrontare e perdonare certe realtà di me stessa, questo assurdo 2020 non sarà stato per me solo un anno da dimenticare.



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