Che nel perdersi ciascuno possa ritrovare se stesso.

Non amiamo le domande, quelle dirette, non articolate, quelle che arrivano dritte al cuore ed esigono una risposta immediata.
Amiamo di più i puntini in sospeso, il magari, il tempo necessario per…, ma a volte queste sono solo scuse per rimandare delle risposte, che sappiamo bene prima o poi dovranno arrivare.
Spesso cerchiamo le risposte là dove non le troveremo mai, cerchiamo un posto sicuro dove stare in attesa.
Le domande vanno fatte, quello che credo non vada fatto sia cercare delle risposte che al momento non abbiamo o che non siamo in grado di accettare.
Siamo degli accumulatori di sentimenti, creiamo in noi strati su strati di emozioni, di tanti "non fa niente", che invece facevano eccome, per poi ritrovarci un giorno faccia a faccia con il nostro io più profondo, intimiditi dal non detto, dal non fatto, da quelle faccende in sospeso che arieggiano come nuvole nella nostra mente, ma ancor più nel nostro cuore.
La difficoltà del chiedere, la paura di sentirsi rifiutati, a volte è più grande della rinuncia stessa.
L'unità di misura della paura siamo noi, il coraggio è la formula mancante per risolvere il problema.
Il coraggio forse sta proprio nell'iniziare un nuovo percorso, nel rendersi conto che le cose belle possono succedere e non bisogna aver paura di esprimerle ad alta voce.
Nella vita ci si perde, non una, non due, probabilmente più volte…
Così hanno decretato gli dei.
Che, nel perdersi, ciascuno possa ritrovare se stesso.

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