L'altra metà di noi.

Non esisterà mai il silenzio senza il rumore, l'incanto senza il disincanto.
Andiamo cercando la perfezione, l'equilibrio, quello che ti fa stare immobile, senza appiglio e sotto solo il vuoto. Si cade in quel vuoto e si ricade e un'altra volta ancora.

L'amore è il nome che diamo al desiderio di essere uno, diceva Platone. Gli antichi greci credevano che gli umani avessero quattro braccia, quattro gambe, una testa e due volti. A volte credo che sarebbe meglio avere quattro braccia e quattro gambe che non due volti, due facciate della stessa faccia e non conoscerne a fondo nessuna delle due. Ma torniamo a noi, gli Dei per paura che l'uomo fosse troppo felice e smettesse così di adorarli decisero di dividere l'uomo in 2 parti, condannandoci, secondo loro a vivere nell'infelicità e soprattutto in cerca di quella parte che ci era stata strappata. Si dice che quando due metà si ritrovano, non esista gioia più grande.

Vorrei ringraziare gli Dei per aver creato ancora più confusione in tutti noi, per averci privato della nostra completezza mandandoci alla ricerca continua di qualcosa di cui ci hanno privato e non riconosciamo più.

Poi ad un certo punto ho capito. Siamo sempre andati alla ricerca dell'altro, di una metà, ma solo ora mi sono resa conto che stiamo tutti cercando la metà fuori di noi e invece il pezzo mancante, quello che ci completa siamo noi stessi. Abbiamo sempre creduto, perché questo ci hanno detto, di essere mancanti, di dover andare alla ricerca della nostra metà perfetta e che la nostra vita avrebbe avuto senso solo nell'attimo in cui la metà giusta avesse combaciato.

Da piccola ho sempre fatto combaciare cose diverse tra di loro perché avevo come l'impressione che fosse più divertente credere nell'impossibile che seguire le regole. Mi piaceva pensare che due cose nettamente diverse potessero conoscersi e nella loro diversità completarsi, non ho mai creduto alle dicerie sulla storia della mela e della sua metà perfetta, io la mela non l'ho mai tagliata in due, l'ho sempre addentata, al massimo facevo a gara col nonno a chi la sbucciava in una spirale continua, senza che la buccia si rompesse, questo è stato il mio massimo.

Nasciamo soli, ma soprattutto nasciamo interi, non abbiamo bisogno di nessuna metà che ci completi, semplicemente a volte ci perdiamo e crediamo di poter trovare la forza negli altri, ma la vera forza, quella che ci permetterà di stare in equilibrio sul vuoto, quella che ci farà riemergere una volta caduti, siamo sempre e solo noi.

Gli altri ci saranno, la buona compagnia che ci sosterrà sempre, la pacca sulla spalla, l'abbraccio di conforto, i passi lenti fatti in silenzio, gli occhi negli occhi, un sorriso di speranza, le risate contagiose, il vento tra i capelli, qualche lacrima a rigare il volto e infondo un accenno di sorriso, perché hai capito che ora è tempo di respirare, di lasciar andare tutte le cose che hai sempre trattenuto, che hanno condizionato il tuo vissuto, che l'amore ad un certo punto va lasciato andare, respirare, che è vero che ci sono delle cose che ci mancheranno, ma che bisogna contare su quello che abbiamo, essere onesti e sinceri soprattutto con noi stessi, per esserlo poi con gli altri, con quelli che già ci sono e quelli che chissà, verranno.

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