Un buon non compleanno.

E' da quando sono nata che è così. Le feste di compleanno si festeggiano, in famiglia e con gli amici, quelli che hai sempre ritenuto più vicini. In verità, quando andavo a scuola, almeno fino alle elementari perché poi non ho molti ricordi, invitavo qualche amichetta, solo femmine. La casa era quella che era e non c'era posto per i maschiacci, gradassi antipatici con cui spesso e volentieri giocavo a rincorrerli all'intervallo.
Torta millefoglie panna e cioccolato, scritta Buon compleanno Martine e la famigerata candelina rosa col numero, con la famiglia. Torta cameo allo yogurt con gli amici.
Ho sempre detestato quelle candeline a numero, tristi e sole, io sono da tante candeline, quanti sono gli anni, che diamine!
Compievo gli anni 2 volte, mi aspettavano 2 soffi di candeline, se non 3/4, perché non si era scattata la foto al momento giusto, che poi lo si scopriva solo dopo, una volta sviluppate le foto.
Dicevano esprimi un desiderio mentre soffi, bé credo di non averlo mai fatto, troppo concentrata a soffiare. In ogni caso quando sei piccolo neanche sai cosa voglia dire esprimere un desiderio!!!
Mi domando, se a 36 anni io possa chiedere di esprimere i desideri mancati o se ormai sia troppo tardi.
Quando si avvicina la data del mio compleanno sono sempre contenta, questa contentezza credo derivi dal fatto che quel giorno sentivo tutta l'attenzione su di me, ero io la protagonista. Un giorno all'anno dedicato. Non credete, ho sempre ricevuto amore da chi mi stava vicino, ma quel giorno era particolarmente speciale, era un bonus di amore in più.
Poi sono cresciuta, tante cose sono cambiate, ho perso per strada chi festeggiava con me e sedeva vicino a me al tavolo. Ogni compleanno contavo una persona in meno al tavolo di famiglia, ma presto quei 2/3 amici vitali presero il posto accanto a me. La mia seconda famiglia.
Organizzarsi la festa era bello, mi permetteva di tenere la testa occupata e di preparare ciò che volevo, ma poi, alla fine mi sembrava sempre che la festa fosse per gli altri.
L'ho fatto per anni.
I giorni prima del giorno gioiglorioso ero sempre su di giri, ma poi quando arrivava il fatidico giorno, iniziavo a rattristarmi, a volerlo passare da sola.
La mia mamma mi ha sempre organizzato la festa a casa, questo non è cambiato, ma ho sempre avuto l'aspettativa, si che qualcuno sbucasse imbucato alla festa urlando "AUGURI" o che nei giorni successivi qualcuno all'improvviso organizzasse qualcosa di speciale, per me.
Le feste a sorpresa non mi hanno mai fatta impazzire, avere l'attenzione calata su di me mi faceva diventare rossa solo al pensiero, ma è capitato una volta nella mia vita e ricordo quel giorno come fosse ieri.
Ho capito in generale che non bisogna avere aspettative, che l'importanza di quel giorno è mia e chissà per quale sciocco motivo io ne sia così fissata, è solo un giorno, ma io non credo, è molto di più di un semplice giorno.
Mancano pochissimi giorni al giorno gioiglorioso e quella malinconia sta arrivando lentamente. Vorrei che fosse sempre il giorno prima del mio compleanno, perché mi aspetto qualcosa, quella sensazione che hai quando sai che dovrai uscire per la prima volta con quel bellissimo ragazzo che tanto ti piace, il sole tiepido che ti scalda il cuore, una buona notizia. Quando poi però arriva, il giorno passa e tutto finisce, tutto torna come prima. Tu hai un anno in più che a differenza dei tuoi amici non ti senti.
In verità aspetti solo che qualcuno pensi a te, che ti sia vicino, per il semplice fatto che qualcuno non lo è più, ma questa è un'altra storia, di un'altra me.
Per quanto riguarda i desideri, bé credo che anche quest'anno cercherò di soffermarmi sul soffio delle candeline, nella speranza che siano tutte e 36 e che non debba essere io ad accenderle.

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