Capirsi


Credevo che il tempo trascorso in “quarantena” mi fosse servito per mettere ordine nel mio caos interiore e invece mi ritrovo esattamente nello stesso punto in cui mi ero fermata.
Credevo che questi mesi vissuti in isolamento, lontana dagli affetti, mi avrebbero resa più forte nel momento in cui si sarebbero accorciate le distanze.
Credevo, perché in verità non è andata proprio così.
Le persone che abitano il tuo cuore non possono smettere di abitarlo solo perché non le si vede per un po'. Le persone che abitano il tuo cuore non sono lì per caso, se ci sono, sono lì per un motivo preciso, perché tu le hai volute. Le persone abitano il tuo cuore perché hai permesso loro di entrare e solo tu potrai farle uscire, quando sarai pronta, quando quel passo andrà fatto.
La mia vita è esattamente uguale a 3 mesi fa, non è cambiato nulla, non sono cambiata io, così come non sono cambiati gli altri e non è vero che la pandemia mi ha fatto capire quanto fosse sbagliato il modo in cui stavo gestendo le cose, mi sono solo adeguata ad una situazione, ho seguito le regole perché altro non potevo fare e poi mi sono seduta, ad aspettare e appena ho ripreso a camminare, là dove mi ero fermata, tutto è tornato esattamente come prima. Mi piaceva l’idea di aver messo ordine, ma la verità è che non ho messo ordine, ho solo spostato le cose da una parte all'altra, ma la sostanza non cambia.
Ho sempre dovuto credere in qualcosa, a Dio, all'amore, al fatto che la forza attrattiva di qualunque calamita non è uniforme e che i poli opposti si attraggono e poli uguali si respingono. Ho creduto in tante cose, ma mai ho creduto in me, nelle mie capacità, sempre pronta a nascondermi perché credevo di non essere mai abbastanza, mai all'altezza di chi avevo davanti.
Ho speso male il tempo che avevo, ho pianto per cose importanti, ma ho sprecato tante lacrime per motivi stupidi, ovvero che adesso mi sembrano tali, ma che al tempo credevo vitali. Non mi sono mai negata un pianto, fosse questo di gioia o di tristezza.
Ho aspettato tante cose. Il treno in stazione, una chiamata, un messaggio, un’amica alla fermata dell’autobus, un amore non corrisposto, una lettera, una festa a sorpresa, un regalo inaspettato, ma l’attesa più bella per me è durata 9 mesi e ha dato i suoi più dolci frutti, questa forse è la cosa più bella che io abbia fatto.
Ho sempre creduto che la cosa che sapevo fare meglio fosse prendermi cura dell’altro, del vicino, del mio migliore amico, del gatto, del figlio dell’amico di mio cugino, ma forse mi sbagliavo. Il prendersi cura in verità era solo un modo per prendermi cura di me stessa, fare qualcosa per l’altro non per averne un ritorno, ma per sentirmi bene io. Infondo, se ci pensiamo bene molto spesso ciò che facciamo agli altri, di buono intendo, è poi quello che vorremmo fosse fatto a noi, ma chissà come mai poi le cose non sempre vanno in questo modo.
Avrei voluto avere molti soldi per poterli investire in qualsiasi cosa che fosse materiale e invece l’unica cosa che ho saputo fare è stato investire sulle persone per rendermi poi conto che spesso quello che raccoglievo era solo assenza.
Abbiamo sogni nel cassetto che non apriamo per paura di poterli realizzare e a volte la paura è più grande del sogno stesso.
Siamo cresciuti con un esempio davanti agli occhi e per 1000 motivi abbiamo creduto che quello fosse l’unico modo giusto di affrontare la vita, di superare le cose, ma ci sbagliavamo.
Non eravamo pronti alla perdita, ma nessuno lo è. Siamo stati colti di sorpresa, ci siamo stupiti di ritrovarci ancora in piedi, spalle dritte e testa alta, ma la fortezza non vuol dire essere usciti dal tunnel, vuol dire camminarci dentro e a volte non sapere dove andare.
Abbiamo imparato a ricordare le persone del nostro passato con un sorriso sulle labbra, forse perché è passato tanto tempo e ad un certo punto si cerca di ricordare il bello che le persone ci hanno lasciato, ed è giusto così, ritrovarsi a ridere, un giorno di primavera camminando uno vicino all'altro.
Non siamo abituati a fidarci della gioia, ma dovremmo. Dovremmo anche guardare in faccia le cose che più ci fanno paura ed avere il coraggio di fare le cose che non abbiamo ancora fatto, chissà magari dopo tutto questo troveremmo un po' di pace, ce n’è bisogno.
Essere felici non è cosa di tutti i giorni, ma sono più che convinta che 1 ora di felicità al giorno se non di più, ce la meritiamo e forse, bè dovremmo proprio partire da lì…


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