1 metro.

1 metro, l'altezza che vorrei avere in questo momento.
1 metro, unità della lunghezza.
1 metro, 100 centimetri.
1 metro, la distanza di sicurezza.
1 metro, la forza di volontà per mantenermi ferma dove sono, mentre chi vorrei abbracciare sta lì, proprio ad 1 metro da me.

In un metro ho capito, ci posso far stare tante cose. Nella mia parte di metro ho messo tutte le mie preoccupazioni e sono tante, le mie paure, le mie notti turbolenti, a fare a pugni per scacciare i brutti sogni, la voglia di avvicinarmi, di rimpicciolire la distanza.

In un metro però ho messo anche la pazienza, tanta e la voglia di tornare bambina, di inventarmi di nuovo, la voglia di mettermi in ginocchio, di stare all'altezza dei miei bambini e guardarli negli occhi, ma guardarli davvero e vedere tutto, ma proprio tutto l'amore che da lì, arriva fino al loro cuore.
In un metro ho ritrovato anche tanta bellezza che mi ero persa per strada, che avevo accantonato in cambio di cose futili.
In un metro ho ritrovato la lentezza nel fare le cose, ho messo da parte la freneticità in cambio di qualcosa che avevo dimenticato, il senso del fare le cose.

Ho imparato a vedere meglio le persone, ho capito che per alcuni sarai sempre un punto fisso, una persona su cui contare, mentre per altri no e questo lo si capisce proprio in questi momenti, quando il bisogno anche solo di un piccolo pensiero può cambiarti il modo di vedere le cose.
Ho capito quanto valga il silenzio e quanto questo sia importante non solo per ascoltare gli altri, ma per sentire se stessi.
Ho capito chi mi manca e a chi manco e non è cosa da poco.
Ho capito che in questo momento siamo costretti a restare, ovunque siamo, non abbiamo vie di fuga, non c'è concesso scappare e restare a volte può essere quasi peggio della distanza di sicurezza, di 1 metro, che dobbiamo mantenere.
1 metro, la distanza che ho calcolato dal mio cuore a là, dove arrivano le punte delle dita dell'altro.
Un abbraccio, quanto vale?
Ho in mente ogni singolo abbraccio che vorrei dare e ad un certo punto mi sono ritrovata a fare una scatola salvabbracci, dove ogni volta che sento il bisogno di una persona in particolare lo scrivo e lo custodisco in questa scatola.
In verità ho guardato, i nomi sono sempre gli stessi, si ripetono di continuo, perché in verità queste situazioni ci fanno capire chi conta davvero e così penso che in fondo non sono molte le distanze che vorrei rimpicciolire, ma sono il mio là, dove so di poter incontrare le altre punte di quell'altra
mano e arriverà un momento in cui le distanze si accorceranno e allora dalle punte delle dita si toglieranno 10, 15, 20 cm e altri cm e altri cm  per arrivare cuore a cuore e allora lì, in quell'abbraccio ci sentiremo a casa.

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