Le chiamavano così, ragazze interrotte, perché nella loro vita era accaduto qualcosa per cui avevano smesso di vivere, di andare avanti. Non sapevano più come si sentivano, tutto era confuso, offuscato da 1000 pensieri. Confondevano il sogno con la vita reale, passavano dal sentirsi su di giri a credere che il proprio treno si stesse muovendo ed invece era fermo. Erano considerate pazze. Si rifiutavano di soffrire, ma facendo così non vivevano. Si interrompevano.
Forse quando si cresce, arriva un momento in cui si rimane senza pelle ed è proprio in quel momento che bisogna avere le giuste risposte alle tante domande o le persone giuste accanto.
La follia, così come chiamavano la loro non è essere a pezzi o custodire un segreto che in assoluto non devi farti scappare, la follia sono tante piccole cose messe assieme, siamo noi tutti, amplificati.
Quello che bisogna riuscire a fare è cercare di concentrarsi sulle cose belle, su ciò che siamo in grado di gestire, da soli, senza gli altri, perché dobbiamo sempre ricordarci che la nostra felicità dipende solo ed esclusivamente da noi e non deve per nessuna ragione al mondo dipendere da qualcun altro. Le persone possono essere un valido aiuto, possono esserci di conforto, starci vicino, per quanto questo sia possibile, ma il grande del lavoro è in solitaria, questo non dobbiamo mai smettere di ricordarcelo. Molto spesso facciamo l'errore di riporre il nostro cuore nelle mani altrui, ma chi meglio di noi sa maneggiarlo? Riporre una cosa delicata, così come il cuore nelle mani di un'altra persona equivale ad un salto nel vuoto. Immaginate la cosa alla quale tenete di più in assoluto… ecco, a chi altro affidereste questa cosa? Non avremo mai la certezza assoluta che l'altro avrà la voglia, la capacità e la costanza di curarsene, perché non è una cosa che gli appartiene, non la sente tale, quindi arriverà il momento di rottura. Ecco, così capita col cuore.
Crediamo di non bastarci, perché ci hanno insegnato che la solitudine fa paura, è qualcosa di inquietante, ma non è così. La solitudine è riuscire a stare bene con se stessi  e nonostante tutto bastarsi.
Prendiamoci la libertà di essere egoisti ogni tanto, di pensare a noi stessi, di metterci al primo posto, che non vuol dire voltare le spalle agli altri, ma semplicemente ritagliarsi del tempo per pensare, per riposare, per mettere ordine in quei 1000 pensieri, che in un modo o nell'altro ci hanno interrotte.


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