Erano anni ormai che non tornavo qui.  L'ultima volta è stato per salutarti. All'inizio mi sono sentita smarrita, non riconoscevo più le strade, ma man mano che le percorrevo mi sembrava di non averle mai lasciate. 
Avenue des Arènes. 
Si, eccola qua, i 600 metri più lunghi che io abbia mai dovuto percorrere.
Mentre mi avvicino non so cosa aspettarmi, anni fa ci avevano detto che avrebbero costruito un condominio là dove ora vedo solo una villa abbandonata.
Respiro a pieni polmoni, posso sentire lo stesso profumo che anni fa emanavano gli stessi alberi e mi sento subito a casa. 
Ed eccola lì, mi sembra di vederti in veranda mentre sorseggi pastis e fumi le tue blue. Sembra che il tempo si sia fermato. 
Il giardino è un ammasso di rifiuti, tavoli rotti, l'erba alta, cocci di vetro della veranda sparsi ovunque. Al secondo piano la finestra della camera dove dormivamo io e mia sorella è spalancata, come se qualcuno avesse aperto la finestra per far entrare un pò di aria fresca. 
Il giardino è una sterpaglia, un gatto dorme rannicchiato sul retro.
Mi sembra di sentire le nostre risate, la spensieratezza di quelle estati, come a ricordarmi che in questa casa cercavamo un po' di pace, un'isola sicura dove attraccare quando avevamo bisogno di staccare dalla vita di ogni giorno, dai silenzi, dal vuoto che qualcuno aveva lasciato.
Tra queste mura mi sono sempre sentita a casa, un luogo dove mamma veniva spesso quando sentiva il bisogno di un rifugio sicuro, coccolata dalla onde del mare e da te, dal tuo essere così, unica.
Dicono che ricordare a volte aiuti.
Dicono che creare nuovi ricordi ci permetta di vivere quelli passati con uno spirito diverso.
Dicono....

Sono qui da troppo tempo, immobile sul selciato di casa...il cane della villa dei vicini inizia ad abbaiare e alcune persone iniziano a guardarmi con fare sospetto, come se io fossi un'intrusa, quando invece vorrei dire a queste persone, che stanno mormorando, che sono semplicemente tornata a casa.

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