Il punto di rottura

Non ho mai capito quando sia avvenuto il momento di rottura. Si può capire? O forse ti svegli un giorno e te lo senti? Capita che accadano cose e solo negli anni tu ti rendi effettivamente conto che è stato proprio quel qualcosa a condizionarti in tutto e per tutto. Un piccolo evento al quale non avevi dato importanza, ma che ritorna, continua ad essere presente. Lo chiamano il punto di rottura e dicono che se riesci ad individuarlo e a ripartire da lì tutto comincerà a prendere la giusta piega e quel vuoto, quel senso di spaesatezza che hai dentro sparirà.
Non credo basti crederci, bisogna cercarlo dentro di noi. Le cose bisogna sentirle, provarle, capirle, accettarle e soprattutto trovarle per poter andare avanti.
Non si crede per sentito dire, ma per il vissuto.
Dicono che durante la giornata dovremmo prenderci un momento per fare 3 respiri lunghi e profondi.
Abbiamo smesso di respirare. Ci dimentichiamo di farlo, presi da chissà cosa. Eppure respirare è alla base di qualsiasi cosa, come possiamo essere arrivati al punto di non farlo più, come se fosse una cosa secondaria, di poco conto?
Mi domando perché le cose che contano davvero siano passate in secondo piano e al primo posto ci siano cose di poco valore. Forse perché le cose che valgono meno pesano meno e un minor peso equivale a meno fatica.
Abbiamo smesso di respirare..
Abbiamo smesso di prenderci cura di noi stessi.
Abbiamo smesso di prenderci cura degli altri.
Hanno smesso di prendersi cura di noi.
Tutti perdiamo in maniera continuativa delle cose importanti, siano queste persone, occasioni, possibilità.
Emozioni irripetibili, che vorremmo poter fermare per poterle rivivere ancora e ancora mentre invece lasciano solo un vago ricordo.
Alcune emozioni non hanno voce, ma sanno essere così intense da lasciare quasi un senso di vuoto quando non le proviamo più.
Non siamo mai pronti al distacco, ai no, quelli che feriscono e subito non insegnano.
Non siamo pronti a lasciare andare, ma abbiamo paura di rischiare, di essere felici, come se la felicità non dovesse appartenerci.
La vita però è anche questo. Perdita e crescita.
Mio nonno mi ripeteva in continuazione di essere solo. Non l'avevo mai capito, quasi mi feriva quando me lo diceva, perché io c'ero, ero davanti a lui e non me ne sono mai andata, ma ora ho capito a cosa si riferiva.
Ognuno di noi affronta la vita in maniera diversa, reagisce diversamente ai cambiamenti.
Ognuno di noi vive alla propria maniera.
Siamo circondati da persone che ci vogliono bene e che condividono con noi un pezzo di strada. Alcune persone saranno la nostra anima, altre saranno solo di passaggio, ma il fatto è che nelle scelte, nei cambiamenti, nei momenti di felicità, ma soprattutto nel dolore saremo soli, perché per quanto qualcuno possa starci vicino e sostenerci, il senso della felicità dipenderà solo ed esclusivamente da noi. Aspettarsi qualcosa da qualcun altro è un inganno, bisogna aspettarla da noi stessi e spesso il primo impedimento a noi stessi siamo proprio noi.
Teniamoci stretti le poche cose certe, ma non aspettiamoci dagli altri ciò che deve venire da noi.

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