Di passaggio

Non so come ti chiami perché sono troppo stanca per avvicinarmi e leggere il tuo nome stampato sul cartellino.
Non so che ruolo hai, perché sotto il camice sei vestito come uno qualsiasi.
Non so nulla di te, ma so che in certe situazioni le parole vanno dette in un certo modo.
So che il tuo lavoro è un altro probabilmente, ma non hai a che fare con dei robot, lavori con e per le persone.
Qui il tempo sembra non scorrere mai, le lancette sembrano muoversi lente, la luce brillante, quasi ci infastidisce gli occhi.
Senti i carrelli che vanno e vengono, passi felpati, passi veloci, passi...
Aspetti. Sembra non arrivare mai il momento della chiamata.
Alzi lo sguardo e tutto intorno a te sembra fluttuare in un tempo che non è il tuo.
Arrivano delle persone, parlano, gesticolano, dicono parole che non comprendi o forse semplicemente non ascolti.
Ad un certo punto ti rendi conto che a volte alcuni ruoli si invertono ed è lì che capisci che non sei più quella bambina.
Non so chi tu sia,  non conosco il tuo nome, ma qui siamo di passaggio, mi basta questo.

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