La cura

Chiamami solo se hai qualcosa di divertente da dire, se hai solo cazzate da raccontare, se vuoi non prendermi sul serio e quindi hai voglia di scherzare prendendomi in giro, dicendomi che sono il contrario di quello che realmente sono.
Chiamami solo per questo, per la leggerezza, per capire se sono ancora in grado di sorridere e capirlo dalla tonalità della mia voce.
Allora si, chiamami.
Non chiamarmi per tutto il resto, per altro lasciami un messaggio in segreteria telefonica, che non ho, mandami un messaggio vocale che non ascolterò oppure non fare nulla, capirò.

Non siamo pronti, non lo saremo mai, perché anche quando sai che il colpo sta arrivando, non è che quando arriva fa meno male solo perché lo avevi visto arrivare. Quindi si, è inutile raccontarsela, credere che siamo in grado di accettare le cose, perché per quello ci vuole molto tempo e a volte neanche quello è sufficiente.
Perché ci preoccupiamo sempre, a volte troppo.
Perché siamo vulnerabili.
Perché i segni ci confondono.
Perché prima della ragione arrivano i sentimenti, le emozioni.
Perché non accettiamo i nostri limiti, ma percepiamo i nostri difetti.
Perché è più facile lasciarci andare, nel bene e nel male.
Perché basta un attimo per dimenticare, ma a volte ci va una vita per accettare.

Ogni cosa andrebbe celebrata, positiva o negativa che sia, ci sono dei momenti nella nostra vita che ci segnano, che ci cambiano, che modificano i nostri progetti, il nostro percorso e questi momenti andrebbero celebrati.
Sentirsi fragili è umano, la fortezza non sempre come la moltezza può essere parte integrande di noi, a volte le cose arrivano senza che tu le abbia chieste e in un modo o nell'altro invadono il tuo spazio, lo rendono più piccolo, ma a volte possono creare un vuoto, sta a noi delimitarne i confini, prendere le cose così come vengono, con la consapevolezza che la vita non è perfetta, che dobbiamo smetterla di fingere di essere forti, ma non dobbiamo mai e poi mai rassegnarci.
Arriva un momento in cui ti rendi conto che si può parlare di ciò che ci fa male, anche se non c'è soluzione, anche se non esistono vere e proprie parole di conforto, ma ad un certo punto qualcosa arriva e non so se chiamarlo conforto, ma fa stare bene.

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