Agata

Aveva imparato ad ascoltare le persone anche se queste non parlavano. Aveva come la sensazione che davvero le cose avrebbero potuto prendere una piega diversa, ma lei era troppo sulle sue per potersi sbilanciare e la sua situazione non le consentiva di farlo.
Era come se fosse proiettata su una vita che non era strettamente la sua, come se una dimensione parallela si fosse insinuata tra la testa e il cuore.
Tante, troppe immagini le si presentavano davanti agli occhi come fossero pezzi di puzzle sparsi destinati forse a non riunirsi mai più.
Immaginare una vita diversa da quella che aveva la faceva sentire su di giri ma allo stesso tempo la spaventava. Non le era mai successo di soffermarsi così tanto su una situazione così…. Strana.
Aveva capito che in questa situazione ci si era messa da sola e da sola doveva uscirci. Non aveva altra scelta. Si era ritrovata sola più e più volte nell' arco della sua giovane vita e ora che pensava di aver trovato una persona che riusciva a capirla in maniera che pochissimi erano riusciti a fare non riusciva a separarsene.
Sapeva che le scelte che avrebbe preso avrebbero segnato ogni singolo secondo della sua vita e non era pronta a fare quel passo.
Si domandava se avesse potuto demandare a qualcuno la sua scelta, avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di evitare di prendere una decisione.
Aveva bisogno di qualcuno capace di capirla a tal punto da rimetterla sulla retta via… e lei non aveva la più pallida idea di chi fosse e come avrebbe fatto a scoprirlo.
I pensieri la tormentavano, decise così di uscire nella speranza di ritrovare un Pò di se fuori da qualche parte.
Qualcuno le aveva detto che camminare poteva essere un modo per alleviare i pensieri del tutto o farli aumentare in maniera spropositata.

Non fece molta strada, capi che l unico modo per distogliere il pensiero e quelle immagini era o renderle reali e quindi viverle o smetterla di tormentarsi e lasciarsi tutto alle spalle.
A volte non vogliamo che ciò che ci fa sentire bene debba essere abbandonato. Non ci riusciamo perché crediamo che senza quella parte non potremmo sopravvivere a nulla, ma Agata si sbagliava perché a volte è proprio grazie a tutto questo che si trova la forza di andare avanti e riscoprire nuova vita e nuova forza.
Quella sera rientrò a casa ancora più confusa di prima. Era stanca, lo era ormai da molto tempo. Gli occhi si chiusero appena mise la testa sul cuscino e la sua mente iniziò
a divagare. È così strano, nonostante la stanchezza il nostro cervello non si ferma mai, è in continuo moto, un ripercorrere le immagini impresse negli occhi, un vortice di parole … immagini su immagini che si sovrappongono, fino a quando finalmente qualcosa succede e il sonno prevale su qualsiasi forma immateriale abbia preso piede.

La notte prosegue, i pensieri avvolti nella penombra scorrono più lenti lasciando spazio ai sogni.

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