Non ho imparato a fregarmene, a prendere e vedere le cose per come sono fatte realmente. A lasciar correre e a lasciarmi alle spalle tutte le cose che andrebbero lasciate lì, lontano da noi.
Non ho ancora imparato che certi amici si fanno chiamare così, ma in verità quello che conta sono soltanto loro e basta.
Non ho imparato ad ingannare il tempo, a farlo mio amico.
Non ho imparato dal passato e che oggi va preso per come viene e che il domani è un'altra storia.
Non ho imparato a far finta di niente, che tutto vada bene, che i sogni quelli più dispendiosi vanno lasciati nel cassetto e la chiave messa sul cuore.
Non ho imparato a farmi i fatti miei, a stare zitta quando stare zitta è forse l'unica soluzione.
Non ho imparato ad odiare, perché l'odio è una via senza ritorno e noi ovunque siamo abbiamo un solo e grande desiderio, ritornare e che l'amore a volte è verso un'unica direzione e non sempre ciò che dai ti ritorna.
Non ho imparato a volere una cosa ed essere egoisticamente pronta a prendermela, a dire no, ma sempre e solo si e a volte i no servono, forse più a noi che a chi li riceve.
Non ho imparato a mettere me al primo posto, ma non sono mai stata da primo posto.
Non ho imparato a giocare a tutti i giochi di carte possibili, nonostante le sere passate a giocare coi nonni, ma sono quelle cose che dimentichi, che loro si sono portati via con sè.
Non ho imparato a tenere gli occhi aperti in acqua, solo l'idea mi fa senso.
Non ho ancora imparato tante di quelle cose...
ma...
Ho imparato che gli amici, quelli veri ci sono sempre e che a volte alcuni di loro possono diventare perfetti sconosciuti, in un batter di ciglio e che certi legami sono più forti di qualsiasi altra cosa al mondo.
Ho imparato che una ferita può sempre guarire, se con perseveranza e dedizione si cerca un modo per andare avanti e che i sogni, quelli di prima vanno fatti uscire dal cassetto perché finché li terremo lì e non li condivideremo con nessuno, non potranno mai prendere forma.
Ho imparato che credere in noi stessi è una delle cose più complicate da fare, che il subito non esiste, ma che per ogni cosa ci va il suo tempo.
Ho imparato a vivere con le mancanze... anzi no, però ho incominciato a conviverci che è ben altra cosa.
Ogni giorno mi ripeto che da un grande dolore può nascere una nuova gioia, diversa certo, ma che ti riempie il cuore, che non può esistere l'ego, ma noi circondati da 1000 altre vite che ci stanno a cuore.
Ho imparato che ad avere rancore non ci guadagna nessuno, anzi il rancore spesso divide e poi arriva un momento in cui è troppo tardi per spiegarsi. Adesso so che bisogna avere e fare dei progetti nella vita, 
che bisogna mettersi in gioco anche se tutto ci spaventa, che a rimanere fermi siamo capaci tutti.
Ho imparato che a volte gli amici ti lasciano, anche se per un periodo di tempo non troppo lungo e tu lo devi accettare, perché essere lontani non significa non esserci.
Non ho ancora imparato a non credere in certe persone, ma ho capito che qualcuno dovrei lasciarlo andare, che ogni singolo gesto conta, che siamo quello che diciamo e facciamo insieme, che gli amori della nostra vita non si riassumono in un solo amore, ma in più pezzi, in più persone che nel loro piccolo hanno segnato la nostra strada.
Soffrire fa parte della vita, ma come superare certe cose dipende solo da noi.
Ho imparato che essere genitore è la cosa più complicata da mettere in pratica, che sbagliare è all'ordine del giorno, che tentare è ciò che bisogna fare, tentare...
Non viviamo in una favola, che vissero sempre felici e contenti è solo un modo per concludere una storia..., che quel felici e contenti è qualcosa che va coltivato nel tempo con dedizione e con la consapevolezza che non sarà sempre così.
Ho imparato che quel velo di tristezza che spesso si crea sugli occhi è solo un tentativo per farci coccolare, perché bisogna essere in grado di guardare oltre.
Ho ancora davvero tanto da imparare e da offrire e nel frattempo?
Bè nel frattempo cerchiamo di essere felici e di rendere felici chi ci sta accanto, che "non c'è medicina che guarisca quel che non guarisce la felicità."

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